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Del clamore mancato alle strade

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Del clamore mancato alle strade non resta

che l’eco nel respiro del vento

come se il tempo nel suo consueto fluire

volesse fuggire da una morte apparente.

 

Un risveglio obbligato conduce i miei passi per strada.

C’è un silenzio così impenetrabile

che ad invocarlo commetterei un peccato.

 

Solo io ed il becco d’un corvo... che fruga un gradino

oltre la polvere d’un marciapiede.

E il mio sguardo _distratto_ si posa

sopra un ramo svestito.

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 Dedalus - 07/04/2021 21:05:00 [ leggi altri commenti di Dedalus » ]

Scrittura che è un vero e proprio flash che ci mostra il panorama d’un mattino saturo di contenuti eterogenei, prossimi e lontanissimi, d’un soggetto, della natura in cui si svolge la trama, del tempo, dell’estrema solitudine che il tutto ci fa sentire con una presenza opprimente. Siamo di fronte ad un momento di riflessioni in cui è immersa la poetessa nel suo incedere obbligato "Un risveglio obbligato conduce i miei passi per strada/un silenzio così impenetrabile", e riusciamo a vederla in questi spazi spettrali in cui mancano cose e rumori normalmente consueti "Del clamore mancato alle strade non resta/che l’eco nel respiro del vento/.../Solo io ed il becco d’un corvo...". Magistrali gli ultimi due versi in cui il senso della solitudine è elevato alla massima potenza. Stupenda lirica.

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